Nato il 25 giugno 1956 a New York City, figlio di Pierre Bourdain, dirigente editoriale presso la casa editrice Columbia Records, e di Gladys Bourdain, redattrice presso il “New York Times”, Bourdain visse un’infanzia e un’adolescenza tranquille nella periferia del New Jersey. Fu proprio durante un viaggio in Francia con la famiglia che Anthony assaggiò un’ostrica fresca per la prima volta, un’esperienza che descrisse come rivelatrice e che gli fece intuire la passione per la cucina.
Anthony frequentò la Dwight-Englewood School in New Jersey prima di iscriversi al Vassar College nel 1973. Tuttavia lasciò il college dopo due anni senza completare gli studi. Durante questo periodo, lavorò in diversi ristoranti, e fu proprio questa esperienza che lo spinse a iscriversi al >Culinary Institute of America (CIA), dove si diplomò nel 1978.
Successivamente al diploma, Bourdain iniziò a lavorare in vari ristoranti di New York, guadagnando esperienza in alcuni dei locali più rinomati della città. La sua carriera da chef lo portò a dirigere la cucina del “Sullivan’s” a New York, ma fu come executive chef del “Brasserie Les Halles” a Manhattan che Bourdain guadagnò una certa notorietà. Les Halles era un ristorante francese tradizionale noto per la sua cucina autentica e la sua atmosfera rustica e accogliente.
La vera svolta nella carriera di Bourdain arrivò con la pubblicazione di “Kitchen Confidential: Adventures in the Culinary Underbelly” nel 2000. Il libro, un racconto schietto e a volte brutale del dietro le quinte della vita da chef, divenne subito un bestseller internazionale. Grazie al suo stile di scrittura diretto, ironico e senza filtri, Bourdain conquistò un vasto pubblico di lettori e ottenne l’attenzione dei media. “Kitchen Confidential” è stato ampiamente elogiato per la sua capacità di offrire uno sguardo autentico e non edulcorato sul mondo della ristorazione, trasformando Bourdain in una sorta di anti-eroe letterario.
Il successo di “Kitchen Confidential” aprì a Bourdain le porte della televisione. Nel 2002, iniziò a condurre “A Cook’s Tour” su Food Network, una serie di viaggi culinari che documentava le sue esperienze in tutto il mondo alla scoperta di cibi esotici e culture diverse. Questo format, che combinava cucina, avventura e racconti di viaggio, si rivelò vincente, e Bourdain divenne rapidamente un volto noto nel panorama televisivo.
Nel 2005, Bourdain passò a Travel Channel con lo show “Anthony Bourdain: No Reservations”, che durò fino al 2012 e gli valse due Emmy Awards. “No Reservations” esplorava culture, cucine e tradizioni di diversi paesi, e fu particolarmente apprezzato per il modo unico in cui Bourdain combinava storytelling, gastronomia e riflessioni culturali e sociali. Il programma fu seguito da “The Layover” (2011-2013), una serie in cui Bourdain visitava diverse città del mondo per un periodo di tempo molto limitato, esplorando le attrazioni locali e le esperienze culinarie.
Nel 2013, Anthony Bourdain si trasferì alla CNN per condurre “Anthony Bourdain: Parts Unknown”, una serie che ampliava ulteriormente il concetto di viaggio culinario, esplorando non solo le cucine di tutto il mondo, ma anche le storie personali e politiche delle persone e dei luoghi che incontrava. Lo show ricevette otto premi Emmy e un Peabody Award, diventando una delle serie più influenti e rispettate del panorama televisivo.
La vita personale di Bourdain fu complessa e caratterizzata da alti e bassi. Si sposò per la prima volta nel 1985 con Nancy Putkoski, sua fidanzata del liceo, ma il matrimonio terminò con un divorzio nel 2005. Nel 2007, si risposò con Ottavia Busia, una lottatrice di MMA e ristoratrice italiana. Insieme, ebbero una figlia, Ariane, nata nel 2007. Anche questo matrimonio finì con un divorzio nel 2016, ma Bourdain mantenne sempre un forte legame con la figlia. Negli ultimi anni della sua vita, Anthony iniziò una relazione con l’attrice italiana Asia Argento, con la quale condivideva un profondo impegno per il movimento #MeToo e una passione per l’attivismo sociale.
Nonostante il suo successo, Bourdain lottò per molti anni contro la depressione e la dipendenza da droghe, inclusi cocaina e eroina, un’esperienza che descrisse apertamente sia nei suoi libri che nei suoi show televisivi. Fu altrettanto aperto riguardo alle sue battaglie interiori, cercando di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della salute mentale.
L’8 giugno 2018, Anthony Bourdain fu trovato morto nella sua stanza d’albergo a Kaysersberg-Vignoble, in Francia, dove stava girando un episodio di “Parts Unknown”. La sua morte fu dichiarata un suicidio, e la notizia sconvolse il mondo intero. Molte figure pubbliche, amici, colleghi e fan espressero il loro dolore e il loro shock per la perdita di una figura così carismatica e influente.
Anthony Bourdain viene ricordato come un pioniere nel modo di raccontare storie attraverso il cibo, combinando il viaggio con la scoperta culturale e sociale. Fu un ambasciatore globale della cucina, dell’empatia e della comprensione interculturale. Il suo stile unico e la sua voce autentica hanno ispirato innumerevoli chef, scrittori e viaggiatori in tutto il mondo. La sua capacità di collegare le persone attraverso il cibo e le storie personali ha lasciato un’impronta duratura, e il suo lavoro continua a essere celebrato e ricordato.
Bourdain è stato un campione della diversità e della rappresentazione autentica delle culture, e il suo approccio sincero e curioso alla vita e al cibo ha cambiato il modo in cui le persone pensano alla cucina e ai viaggi. Anche dopo la sua morte, il suo impatto continua a essere sentito in molteplici modi, e la sua eredità come narratore, chef e cittadino globale rimane viva.